Quando la vita è meravigliosa: Vita di Pi

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Ieri sera mi sono assolutamente persa nel magico mondo oceanico di Ang Lee e del suo nuovo film Vita di Pi, tratto dall’omonimo romanzo di Yann Martel.

Pi è il diminutivo di Piscine Molitor Patel, un ragazzo indiano la cui famiglia possiede uno zoo. Un giorno il padre decide che tutta la famiglia dovrà trasferirsi in Canada, ricominciando una nuova vita e vendendo gli animali che si porteranno dietro dall’India. Proprio per questo si sposteranno con una nave merci. Purtroppo in mezzo al Pacifico la nave viene colta da una tremenda tempesta che la farà naufragare: solo Pi riuscirà a salire a bordo di una scialuppa, in compagnia di una iena, una zebra, un orango tango e una tigre del Bengala.

Una storia “forzatamente” introspettiva e profondamente religiosa: infatti Pi è un divoratore di dottrine, dall’Induismo sua religione “di nascita”, al Cristianesimo, fino all’Islam, religioni che coesistono nella sua terra d’origine e in lui e gli infondono una grande speranza, quella che lo salverà nei 227 giorni che passerà in mezzo all’Oceano: una storia d’intersezione quindi, dove sopravvivenza significa fede e fede significa sopravvivenza, l’una che non può esistere senza l’altra, almeno non nella vita di Pi.

E’ anche una storia profondamente immersa nella natura: immensa, gigante, nella quale anche il più feroce degli animali può essere sconfitto senza problemi, in pochi attimi. Ci vuole la mente per combattere la forza della natura, infatti Pi fa suo il manuale che trova a bordo, ci scrive sopra, è proprio nel momento infatti in cui lui finisce la sua matita e perde il libro che la sua speranza sembra vacillare insieme alla sua fede. Un’incontro e una coesione di scienza e fede, dove l’una non esiste senza l’altra.

Ang Lee sa regalare grandi emozioni (l’unico scivolone è il prologo nel quale mi aspettavo spuntasse Piero Angela da un momento all’altro…) anche usando solo una barca e tanto digitale, ma lo usa bene, rendendo molte sequenze addirittura oniriche. Il 3D in questo senso non che aiuti molto al fine della vicenda, infatti secondo me una semplice proiezione in digitale sarebbe stata ugualmente intensa e efficace grazie all’uso sapiente del colore, spesso assolutamente falsato (la scena con le meduse e quella sull’isolotto di mangrovie) ma che si fa credibile per via della storia incredibile che ci viene contemporaneamente raccontata.

Chi scrive non ha avvertito particolarmente la componente metafisica del film, vale a dire, non ha l’aura suprema di Tree of Life né la stessa potenza filosofica ma è una storia che ha un inizio e una fine, non lascia molte domande, Pi Patel è diecimila volte migliore del Jamal di The Millionaire (che non avevo apprezzato un granché), per quanto “hollywodiani” entrambi i film siano, Lee è indubbiamente superiore su molti versanti a Boyle; ma neanche si può pensare al Cameron di Titanic, per quanto l’episodio scatenante la tragedia sia simile (e pure la computer graphic…)

Il film somiglia piuttosto a quei romanzi d’avventura dei primi anni dell’ottocento, a Emilio Salgari, a Kipling, con tutta la visionarietà, magari irreale o esagerata, ma che rispecchia l’universo interiore del protagonista.

Alla fine del film, ci viene posta la possibilità di scegliere quale storia preferiamo, se quella che ci è stata raccontata o quella, più tragica, con omicidi e cannibalismi, presentata alla compagnia di assicurazioni. La compagnia d’assicurazioni sceglie la seconda poiché più realistica.  Ci viene data la possibilità di sognare, di credere in un miracolo, di capire che come diceva Frank Capra, La vita è meravigliosa.

E non ci vogliamo mai credere.

(Non vi fate ingannare dalla soundtrack del trailer: non v’è traccia né di Sigur Ròs né di Coldplay nel film!)

7 thoughts on “Quando la vita è meravigliosa: Vita di Pi

  1. Sono completamente in disaccordo 🙂

    All’uscita dalla sala ero sgomento per quanto visto (nemmeno visivamente sono rimasto favorevolmente impressionato)… la mia reazione è stato un post di pancia…

    • Sì, ho letto recensioni cattive su questo film. Non so, sarà che ne avevo bisogno, ma non c’ho visto cattive intenzioni e ho apprezzato. Visivamente cosa non ti ha convinto?

      • Mi ha infastidito un uso così strumentale del 3D e anche le varie immagini sul mare, nell’oceano, per cui molti sono rimasti soddisfatti mi sembravano trite e ritrite…

        Non sono nemmeno entrato in sintonia con la vicenda…

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